”Strutture per lo sport, un trasporto pubblico migliore, centri per la ristorazione e asili nido”: sono alcuni degli elementi che servirebbero per rendere migliore il rapporto vita-lavoro di chi lavora nella zona industriale Asi a Modugno (Bari). E’ quanto emerso dall’indagine ‘Contrattazione e qualità vita–lavoro (Patti di Genere)’, realizzata da Cna, Cisl e Uil Bari. Con i risultati dello studio, sono stati elaborati un Format di contratto di lavoro integrativo di secondo livello aziendale, e un Codice sociale per la conciliazione dei tempi vita-lavoro. Entrambi sono stati presentati a Bari, alla presenza, tra gli altri, della presidente nazionale di Cna Impresa donna, Paola Sansoni. Il modello di contratto integrativo – è stato spiegato – ”regolamenta alcune soluzioni per poter al meglio garantire un giusto raccordo tra mantenimento del proprio posto di lavoro e vita personale, soprattutto per i genitori con un carico di cura familiare e, in particolare, per l’impegno nella diffusione delle informazioni relative alle politiche di conciliazione; politiche per le pari opportunità, rispetto delle diversità di genere, sostegno alla nascita di servizi all’infanzia e socio-assistenziali”. Anche nel Codice sociale ”sono presenti riferimenti a tematiche imprescindibili dal percorso di costruzione della parità di genere, tra cui la tutela e il sostegno della maternità e della paternità, degli impegni di cura personale e familiare e delle situazioni di grave difficoltà; l’inserimento dei disabili e portatori di situazioni di disagio sociale; promozione della parità, lotta alle discriminazioni e ai comportamenti lesivi della dignità della persona”. Per Sansoni, ”è ancora irrisolto il problema del welfare, assolutamente inadeguato alle esigenze delle cittadine e anche delle imprenditrici. E’ un welfare molto debole che dà poche possibilità di conciliazione”. ”L’Italia – conclude – ha realtà molto diversificate all’interno del Paese: ci sono Regioni che hanno sviluppato questa tematica negli anni in maniera efficiente e sono virtuose; e molte realtà dove si ritrova una carenza di strutture d’appoggio alle lavoratrici e imprenditrici”. (ANSA).